Como chiusura Sinodo Diocesano concelebrano la Messa Mons. Cantoni, Vegezzi e Stucchi

Concelebrano, con il clero diocesano e i religiosi che svolgono il loro servizio pastorale in Diocesi, monsignor Luigi Stucchi – vescovo ausiliare emerito della diocesi di Milano – e monsignor Giuseppe Vegezzi – vescovo ausiliare di Milano e membro della Commissione episcopale (CEI) per l’evangelizzazione dei popoli e la cooperazione tra le Chiese. Sono presenti anche le autorità civili e militari.

Alle ore 9.45, mentre la processione si avvia dall’Episcopio verso la Cattedrale, suonano a festa le campane del Duomo e di tutte le chiese della diocesi. Durante i riti introduttivi della Santa Messa, il vicario generale, monsignor Ivan Salvadori, porta il suo saluto, a nome dell’intera diocesi, al Vescovo Oscar, indicato da papa Francesco quale prossimo cardinale (sarà creato nel Concistoro di sabato 27 agosto a Roma).

La Celebrazione Eucaristica avrà quali momenti salienti, dopo la proclamazione della Parola di Dio, la venerazione del libro dei Vangeli, che è stato intronizzato durante tutte le sessioni sinodali, cui seguirà l’omelia del Vescovo.

La comune partecipazione alla mensa eucaristica, inoltre, sarà il segno più pieno ed eloquente di una Chiesa che intenda camminare insieme verso il Signore Gesù Cristo. A conclusione della liturgia eucaristica alcuni Sinodali, a nome dell’intera assemblea, consegneranno al Vescovo il Documento finale. Poi tutti si uniranno nel canto di lode e di ringraziamento con il Te Deum. La processione di uscita verso il Palazzo Episcopale sarà accompagnata dal coro con il canto delle Laudes Regiae, antica preghiera litanica, utilizzata in chiusura dei Concilii e dei Sinodi, ancora oggi prevista quale forma di conclusione e di intercessione.

Le tappe del Sinodo 

Era il 31 agosto 2017 quando il vescovo monsignor Oscar Cantoni, alla guida della diocesi comense dal novembre 2016, in occasione della festa del patrono Sant’Abbondio, indisse il Sinodo diocesano, con un focus particolare: Testimoni e annunciatori della misericordia di Dio. Dopo la consultazione diffusa, con il coinvolgimento di parrocchie, comunità pastorali e vicariati, è stato elaborato l’Instrumentum laboris consegnato, in occasione della loro investitura ufficiale, a tutti i sinodali, che, in quel momento erano poco meno di 300. Era il 12 gennaio 2020, da lì a poche settimane la pandemia da coronavirus avrebbe cambiato il corso della vita di moltissime persone e dello stesso Sinodo. «Il cammino è stato impegnativo, con una situazione che si è presentata grave, imprevedibile e ha costretto a rivedere ogni nostro progetto e programmazione – osserva don Stefano Cadenazzi, segretario generale dell’XI Sinodo della diocesi di Como –. Abbiamo, però, avuto la consapevolezza che lo Spirito non ci aveva lasciato soli e ci siamo lasciati guidare, accompagnare, per individuare la migliore modalità di svolgimento del Sinodo, a partire dalla rielaborazione dello stesso Instrumentum laboris, più snello e concentrato su temi attuali, senza tradire le indicazioni che erano giunte dalla diocesi. I sinodali hanno mostrato grandissima disponibilità, affrontando tutte le fatiche dettate dal contesto pandemico e da un allungamento dei tempi del Sinodo stesso. I circoli territoriali hanno permesso un vero discernimento: sono stati una grande intuizione che ha favorito il cammino in stile di comunione e valorizzando il territorio».
Oggi i sinodali sono 231: 156 uomini e 75 donne. I laici sono 138. Per quanto riguarda le provenienze: 145 sono dalla provincia di Como, 70 dalla provincia di Sondrio, 12 dalla provincia di Varese, 4 dalla provincia di Lecco.

Saluto del vescovo monsignor Oscar Cantoni da parte del Vicario Generale Monsi. Ivan Salvadori 

«Ecc.za rev.ma, caro vescovo Oscar, a nome del Capitolo della Cattedrale, dell’Assemblea dei Sinodali e dell’intera diocesi, qui rappresentata nella multiforme varietà di carismi e di ministeri, sono lieto di darle il benvenuto nella sua Cattedrale, nella quale presiede per noi l’eucaristia e vorrà accogliere il «documento finale» che l’assemblea Sinodale consegnerà nelle sue mani di padre e pastore.

La sua nomina a Cardinale, che domenica scorsa – 29 maggio – abbiamo appreso con meraviglia dalle parole del Santo Padre, ci ha colmato di grande gioia. L’abbiamo accolta come attestato di stima per la sua persona, ma anche come segno di predilezione per questa nostra Chiesa che, pur tra le tempeste, ha riconosciuto nella «misericordia di Dio» la sua bussola e nella testimonianza resa ad essa la sua vocazione profonda. Testimoniare e annunciare a tutti la misericordia che ci ha visitato è per noi, non solo un compito primario, ma è anzitutto fonte di gioia e definizione della nostra identità. La Chiesa – infatti – non esiste se non per rendere gloria alla Trinità e portare all’umanità ferita il balsamo della misericordia.

Oggi rendiamo grazie a Dio per averci guidato, con il suo Spirito, in questo lungo cammino di discernimento e prendiamo atto, nella meraviglia, che proprio un “filo rosso” lega il Magistero del Santo Padre – a cui va il nostro affetto – alla vocazione di questa nostra terra visitata da Dio.

Il 29 maggio di quattro anni fa una “figura materna” salvava l’amato santuario di Gallivaggio dalla furia di una frana che l’ha ferito, ma non l’ha distrutto. In quel segno abbiamo riconosciuto che la Chiesa, per quanto piagata dalla furia del male e dal peccato dei suoi figli, può sempre contare sulla protezione della «Madre della Misericordia».

Anche a Maccio la Misericordia ci ha visitato, ricordando a tutti che Dio è con noi, conosce le nostre angosce, ma anche cammina con noi e – attraverso la sua Chiesa – vuole andare incontro a tutti per abbracciare tutti.

Questa Santa Assemblea, riunita nel nome della Trinità, è qui per rendere grazie anzitutto a Dio, ma anche per dirLe, caro vescovo Oscar, che vogliamo essere – in comunione con Lei e con il Santo Padre – testimoni e annunciatori della Misericordia che con mitezza accoglie tutti, rialza e consola, sorregge e risana e prepara a tutti un destino di pace e di gioia»

Immagine di repertorio mons. Oscar Cantoni – crediti fotografici Vareseinluce

Omelia-Cantoni

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